Classica

Martina Franca tributa un doppio omaggio a Sergio Segalini

Sergio Segalini
Sergio Segalini

Arie d’opera e composizioni sacre per onorare la memoria del maestro Sergio Segalini recentemente scomparso, direttore artistico del Festival della Valle d’Itria per tre lustri.

Nato a Castell’Arquato nel 1944, Sergio Segalini ha manovrato la complessa e gioiosa macchina della rassegna pugliese tra il 1994 e il 2009. Raccogliendo l’impegnativa eredità di Rodolfo Celletti, che lo aveva scelto per un cruciale passaggio di testimone, Segalini ha saputo dare un’impronta personalissima e raffinata a un segmento importante della storia del Festival, prima che prestigiosi impegni lo chiamassero in vari teatri italiani e stranieri.

Martina Franca ha giustamente deciso di ricordarlo dedicandogli una festa di suoni e di affetti. I due concerti principali del 30 luglio sono stati per lui. Alla sera, nel chiostro di San Domenico si sono dati appuntamento cinque cantanti che qui hanno debuttato o hanno colto le prime affermazioni importanti, e che a Segalini devono dunque l’occasione decisiva per l’avvio della loro fortunata carriera.

Una galleria di splendide voci

Prima di lasciare spazio alla musica, il presidente Franco Punzi ha ricordato con parole commosse un rapporto di collaborazione fattiva e cordiale e ha voluto rimarcare la spontaneità dell’omaggio, nato per volontà e per iniziativa degli stessi artisti. E che artisti! 

Accompagnati al pianoforte da Ettore Papadia, si sono alternati interpreti di prima grandezza, tutti visibilmente emozionati. Sara Allegretta ha cantato due brani di Rossini, Marialaura Martorana ha interpretato arie di Paisiello e Sarro, Domenico Colaianni si è cimentato con Paisiello e Donizetti, Eufemia Tufano ha scelto Berlioz e Massenet, Iano Tamar si è concentrata su Verdi e Patrizia Ciofi si è fatta apprezzare in Mayerbeer e Bellini. 
Al di là del valore intrinseco delle voci e delle esecuzioni, il concerto ha offerto un’esperienza partecipata e toccante, nella quale il ricordo e la gratitudine personale si sono intrecciati con la memoria collettiva di una stagione memorabile.

Testoni e Rossini

Percorrendo un tragitto di poche centinaia di metri, il pubblico ha poi raggiunto la splendida basilica di San Martino per ascoltare il Concerto per lo Spirito. In apertura sono stati proposti in prima esecuzione assoluta tre pezzi sacri per coro femminile e orchestra da camera del milanese Giampaolo Testoni (classe 1957), presente in chiesa. La scrittura di Testoni, pienamente contemporanea, si rivela dotata di un’immediata empatia; spessori e colori sono alternati con sapienza nel Deum de Deo, nel Sanctus e nell’Agnus all’interno di un progetto unitario che è insieme individuale e condiviso, personale e universale.

A seguire la rara e preziosa messa di Gioachino Rossini per soli, coro maschile e orchestra detta ‘di Milano’. Si tratta di una pagina di attribuzione ancora dibattuta, probabilmente appartenente al periodo giovanile dell’autore. Il Kyrie, il Gloria e il più conciso Credo sono percorsi da una incontenibile vitalità, ma accolgono anche squarci di terso lirismo e di cantabilità distesa.

È musica sacra che strizza l’occhio al teatro nella condotta melodica e talvolta perfino nelle soluzioni formali; vi si nota inoltre una costante attenzione verso le potenzialità della voce, esplorate con sagacia e impiegate con finalità sia espressive, sia virtuosistiche. Il quartetto dei solisti è prevalentemente scuro come il coro: due tenori (Francesco Castoro e David Ferri Durà), un basso (Peter Kellner) e un contralto. Quest’ultima parte è stata affidata al bravissimo Raffaele Pe, che si conferma artista elegante e duttile. In questo caso la sua voce limpida e perfettamente controllata ha conferito il giusto smalto ai passaggi di più arduo virtuosismo, ma ha saputo cogliere anche accenti di grande intensità (molto belle, in particolare, le messe di voce).

Tanto le pagine contemporanee quanto la messa primo-ottocentesca hanno trovato nella bacchetta di Ferdinando Sulla un interprete sensibile e attento, capace di guidare con sicurezza l’orchestra ICO della Magna Grecia e il coro del Teatro Municipale di Piacenza, addestrato da Corrado Casati.